“TECNOLOGIA
E ARTE: INFLUENZE, FUSIONI ED EMOZIONI.”
Oggi parliamo di un building,
il Museo Guggenheim di Bilbao, che rappresenta un sublime combinato di
tecnologia, arte e materia! Il grande fiore dai petali di titanio, firmato dal
genio dell’architetto canadese Gehry, è noto per le sue complesse forme a
incastro, conquistando così un posto nell’Olimpo delle strutture più suggestive
al mondo.
Il building, che ha inventato
proprio il concept di edificio-brand,
fa parte di un vasto programma di riassetto urbanistico che ha come scopo la
riqualificazione delle aree dismesse; presenta una struttura esterna
completamente scolpita, che segue contorni quasi organici, mentre all’interno, non
esiste una sola superficie che sia completamente piana. Liberato dai vincoli
del contestualismo, si configura come un luogo sorprendente e straniante! Una parte
dell’edificio è sormontato da un ponte, mentre la facciata esteriore, di certo
la parte più spettacolare, è stata realizzata con forme ritorte e curvilinee,
coperte di pietra calcarea, vetro e titanio. L’architetto Gehry pretese il
titanio – invece del proposto acciaio inossidabile, perchè disse che - “L’acciaio
non somiglia al cielo di Bilbao” – e lo pretese di una forma che ricordasse le
squame dei pesci, o le piume degli uccelli. Ossessionato dal movimento degli
animali nella natura Gehry ne studia da sempre le peculiarità, per poi
adattarle al meglio ai suoi progetti. Ogni pezzo realizzato (lo spessore è di
circa un terzo di millimetro) ha una forma unica ed esclusiva, studiata
appositamente per il posto che deve occupare.
Il massiccio colosso metallico
presenta un atrio dall’altezza di 50 metri, studiato per diffondere la luce del
giorno nelle sale ai vari livelli: una trovata geniale per il risparmio dell’energia!
Concepito su tre livelli, vanta un ultimo piano dai volumi tecnici per i
sistemi di condizionamento, le tre torri di refrigerazione e gli impianti di
elevazione. I sistemi di video sorveglianza, ed i controlli degli accessi alla
sicurezza, pervadono senza mostrarsi nell’ambiente in modo da facilitare la
comprensione delle opere d’arte in mostra. I sofisticati sistemi di calcolo e
software si muovono all’interno come fantasmi, per non togliere la scena
all’arte, regina indiscussa di quel palcoscenico. Questa “integrazione” di
forme e sistemi ricorda uno dei concept più rilevanti per noi di Johnson Controls.
Il museo di Bilbao consacra
dunque il matrimonio perfetto tra Arte e Tecnologia: l’armonia delle forme
sostenuta da potenti sistemi e da impianti di un’innovazione all’avanguardia.
Anche la tecnologia dei più
svariati modelli può regalarci sensazioni d’impatto, e allora mi domando…
quanto è così lontana dalla sfera delle emozioni?
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