Courtesy Salone del Mobile.Milano |
Sono tre le “effe” che contraddistinguono il sistema
industriale italiano nel mondo: Food,
Fashion, Furniture - cibo, moda, arredamento. Recentemente ho scritto riguardo le prime due,
l’edizione 2019 del Salone del Mobile
appena conclusa mi porta a riflettere sulla nostra terza eccellenza: l’arredo
di design.
Mai come quest’anno le esposizioni della Milan Design Week si
sono distinte per l’alto grado di innovazione.
La spinta al cambiamento è stata il leitmotiv che ha caratterizzato tutta la settimana, a cominciare dai
numerosi omaggi a un personaggio-simbolo del genio italiano e dell’innovazione
in tutti i campi: Leonardo Da Vinci.
Nell’anno delle celebrazioni del genio vinciano, a cinquecento anni
dalla morte, il Manifesto del Salone si è arricchito di una nuova parola, “ingegno”. Gli organizzatori del Salone
hanno scelto di celebrare Leonardo anche nel cuore della città, presso la Conca
dell’Incoronata, con un un’installazione dal forte potere evocativo dedicata ai
suoi studi, AQUA.
Mai come durante la MDW i riflettori sono puntati su Milano
e sulla capacità creativa della rete industriale alla sua base, che lavora per
offrire al mondo l’eccellenza e raccoglie riconoscimenti internazionali. Sostenibilità, tecnologia 4.0, economia
circolare e, ovviamente, inventiva:
sono queste le parole che descrivono le esposizioni e le installazioni, sia
italiane che internazionali in mostra. E sono anche i principi che guidano il
mio lavoro in azienda e che cerco di trasmettere all’esterno attraverso le
soluzioni offerte, il modo di fare business e l’impegno per proteggere le
persone e l'ambiente.
Le idee presentate nei giorni scorsi indicano che la
rivoluzione della progettazione non è da ricercare tanto nella forma, quanto
nell’innovazione della produzione. E
questa rinnovata creatività non deve essere confinata ai componenti d’arredo e
alla parte più “lussuosa” della produzione industriale. Come il genio di Leonardo,
talento ed invenzione devono essere poliedriche, devono abbracciare e
influenzare tutte le aree della manifattura italiana.
Come i progetti urbanistici di Leonardo, l’innovazione è
tale solo se democratica e inclusiva, pensata per “invadere” pacificamente la
città come il Fuori Salone, che porta nei quartieri periferici installazioni di
designer da tutto il mondo per farle conoscere a milanesi, turisti,
appassionati e curiosi. Allo stesso modo, le nuove soluzioni tecnologiche per
gli edifici e le città hanno lo scopo di migliorare la qualità della vita e
soddisfare le esigenze di cittadini,
imprese e istituzioni.
Il Salone del Mobile non è solo una fiera; è un sistema di
connessioni, estro e rinnovamento. È, prima di tutto, uno stimolo all’intraprendenza che
investe tecnologia, business, cultura. Questo evento possiede tutti i
tratti peculiari che l’industria nazionale dovrebbe avere: l'abilità e il saper
fare italiano uniti alla tensione verso l'innovazione.
Faccio mie le parole di Claudio Luti, presidente del Salone
che, in occasione della presentazione della manifestazione, ha affermato “in questo particolare momento di
grande successo di Milano è importante consolidare la capacità attrattiva del
Salone del Mobile che offre ai suoi visitatori non solo un'ampia offerta di
prodotti, ma soprattutto occasioni di relazioni internazionali e opportunità di
riflessione sul rapporto tra creatività
e impresa".
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