SMART
& SAFE: COMBINAZIONE A PROVA DI FUTURO
Be
Smart, Be Safe è il mantra del futuro o per meglio dire di un
presente che insieme stiamo già disegnando.
E’ stimato che tutta la crescita della popolazione mondiale
fino al 2030 si concentrerà nelle aree urbane. Una migrazione di queste
proporzioni crea inevitabilmente nuovi main need nelle città, affinchè
diventino aree sempre più intelligenti e sicure. A mio avviso, questi cambiamenti
esigono che amministratori e stakeholders delle metropoli investano in modo da
aumentare l’efficienza del territorio e migliorare la qualità della vita,
fornendo allo stesso tempo, infrastrutture sostenibili e servizi efficienti.
Se da un lato, quindi, le città si stanno evolvendo per
diventare sempre più “intelligenti” sulla scia della crescente diffusione dei
progetti di Smart City, dall’altro, l’aumento nel numero di persone che
utilizza i servizi delle città, può creare rischi per la sicurezza. Diventando
sempre più smart, i centri urbani possono diventare realtà più vulnerabili
verso attacchi cyber, incidenti, malfunzionamenti, disservizi. Sono sempre più
esposti al rischio di situazioni di emergenza o comunque di necessità che vanno
ovviate al meglio.
Possiamo dire quindi che i concetti di “smart” e “safe”
camminano dunque lungo la stessa frequenza, elemento fondante e prerequisito
essenziale per qualsiasi iniziativa digitale applicata alle città, alle grandi
aree urbanizzate e ai luoghi di affluenza.
Spesso Smart e Safe sono però erroneamente utilizzati da
molti come sinonimi. I due concept alla base sono a mio avviso diametralmente
diversi: una safe city non è necessariamente una smart city e viceversa. Nelle
smart city vengono prese in considerazione componenti svariati come i
trasporti, l’energia, le infrastrutture, l’illuminazione, i rifiuti, la
gestione del traffico e il monitoraggio della qualità dell’aria. Per le safe
city sono di riferimento invece la security, la safety e quelle attività che, nello
scenario urbano, sono congeniali a proteggere gli asset fisici e gli abitanti
nel loro complesso.
E’ fondamentale in questo contesto un sistema integrato per la protezione delle infrastrutture critiche e
della sicurezza pubblica, per la tutela di persone e beni, la continuità operativa
e il rapido ripristino del funzionamento dei servizi essenziali.
Da un lato, secondo me, c’è il tema dell’efficienza
operativa, ovvero la capacità di coordinare efficacemente lo sforzo di tutti
gli attori. Dall’altro, non si deve trascurare l’esigenza del risparmio delle
risorse pubbliche. La risposta a questi interrogativi è infatti secondo me nell’integrazione
di diverse tecnologie, consolidate ma anche di nuova generazione, all’interno
di un unico framework che consente di non duplicare e, quindi, di non
disperdere gli sforzi. Ed ecco che cloud e big data a supporto degli analytics
diventano strategici anche nella gestione delle situazioni di emergenza. La
tecnologia dunque offre e concede la possibilità di raccogliere informazioni e
“indizi” di quanto può accadere tramite sensori, telecamere e, perché no, open
data resi disponibili anche da diversi enti e distribuiti sul territorio. Anzi è
proprio l’integrazione e l’incrocio di dati che consente di
creare informazioni.
E’ stato ed è tuttora nel presente cosa fondamentale, il
momento di utilizzare soluzioni tecnologiche in grado di far diventare le Smart
City anche Safe City, attraverso strumenti e processi che mettano tutti gli
operatori e gli attori interessati nelle condizioni di rispondere
immediatamente e in modo efficace all’emergenza.
La crescente diffusione di nuove tecnologie sta avendo infatti
un impatto significativo anche nel mondo della Safety e Security, permettendo
alle autorità deputate alla gestione dell’emergenza di prendere decisioni
puntuali ed efficaci basate su dati, analytics e modelli previsionali. Creare
un quadro operativo unificato, in grado di correlare informazioni provenienti
da sensori fissi e mobili, dati da dispositivi sul campo (wearables, droni,
robot), riconoscimento immagini, ma anche big data, sentiment analysis su base
geo-referenziata dei social network, è un requisito fondamentale per aumentare
la capacità analitica e decisionale per azioni di sicurezza più efficaci, sia
reattive che preventive.
Queste tecnologie all’avanguardia e soluzioni integrate incidono
non soltanto sulla struttura e funzionalità oggettiva delle città, ma pervadono
il modo di essere, di sentirsi degli abitanti e di coloro che comunque
fruiscono dei servizi urbani. Sentirsi al sicuro e sentirsi smart aumenta lo
standard della qualità della vita, il senso di appartenenza al territorio, il
senso civico e il significato di Community. La tecnologia, che sa dunque rendere
safe e smart un luogo, non è poi così lontana dalle persone anzi, è più umana
di quanto possiamo immaginare…
Una città diventa intelligente e sicura se in primo luogo
sono gli abitanti a sentirsi così, perché è vero che la tecnologia innova e
implementa, ma sono le persone a dare significato ai luoghi, a creare ciò che
definiamo Valore, ciò che chiamiamo Comunità.
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